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Memorie per la storia religiosa dei nostri tempi 1857-1927

[Memoires pour servir a l'histoire religieuse de notre temps], traduzione dal francese di Paolo Vittorelli, prefazione di Luigi Salvatorelli


Milano, Feltrinelli, 1961, 1962, Storici e memorialisti moderni, 2
2 volumi, cm 22.5x14.5, pp. XXIV-543-(5), 559-(5), tela, sovracoperta, acetato, custodia muta
Unica edizione italiana. Ottimi esemplari

€ 75
Le Memorie di Alfred Loisy costituiscono il documento più singolare e forse più rilevante di quella crisi del cattolicesimo che si suole denominare "modernismo" e che interessò i paesi latini, Francia e Italia soprattutto, tra la fine del secolo diciannovesimo e la prima guerra mondiale. Alfred Loisy rappresenta, di questa crisi, il momento esegetico, in particolare per la contrapposizione fra i risultati della ricerca storica condotta con metodo critico sulle fonti del pensiero religioso e le affermazioni della ortodossia romana; ma rappresenta anche, e forse più, a distanza di tempo, il tipo esemplare della crisi della cultura religiosa cattolica di fronte alla critica testuale e filosofica.


Scrittore singolarmente dotato, arguto e minuzioso, insieme, il Loisy considera la sua esperienza di "savant catholique" come esemplare; della sua personale vicenda di prete cattolico prima incerto, poi dichiaratamente ostile alla Curia romana, infine affatto estraneo alla disciplina ecclesiastica e alle responsabilità personali che ne derivano, egli traccia, nelle Memorie, un ampio quadro che dall'autobiografia trascorre nell'istruttoria contro la Chiesa cattolica e la religione da essa proposta ed imposta alle coscienze pur religiose. Consapevole dell'importanza della sua personalità, ed eccessivamente persuaso delle sue ragioni critiche (i risultati delle sue ricerche filologiche hanno resistito ben poco tempo alle indagini successive), il Loisy non trascura alcun fatto, alcun pensiero della sua lunga vita, né sembra aver giudicato opportuno tralasciare anche il piu piccolo documento, dalle minute seguito delle sue riflessioni giovanili, alle lettere "private" ricevute da studiosi appartenenti al clero cattolico e a quel laicato dotto che per alcuni decenni si affiancò a lui e ad altri esponenti del movimento riformatore: e tutto riporta nelle Memorie, con una precisione filologica quale egli esigeva per l'esegesi dei testi religiosi: ne risulta l'autobiografia collettiva di una crisi definitiva del cattolicesimo, secondo il suo autore, oppure il dossier di un moto ereticale presto travolto dalla Chiesa di Roma, forte e spietata nella sua disciplina intellettuale e morale, secondo i suoi critici; per il lettore d'oggi, le Memorie rimangono soprattutto quale il documento più impressionante di un certo tipo di psicologia religiosa, dei suoi tentativi di affrancamento da una ortodossia e di costruzione di una moralità capace di avviare ad una "religione dell'avvenire."

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